I Gas Refrigeranti nascono nel 1834, poco dopo che il fisico francese Sadi Carnot formulò le sue teorie sul ciclo frigorigeno.
Nei primi anni del XIX secolo i fluidi utilizzati erano del tutto “naturali”: acqua, ammoniaca, anidride solforosa, anidride carbonica, protossido di azoto, etano e propano.
Negli anni ‘30 la pericolosità dell’utilizzo di tali fluidi spinse gli operatori del settore all’utilizzo di nuovi refrigeranti, che consentissero una maggiore sicurezza nell’utilizzo; compaiono così sul mercato i primi fluidi clorurati, il Freon 11 e il Freon 12. In quel periodo l’attenzione era posta verso l’utilizzo di fluidi stabili chimicamente, con buone proprietà termodinamiche, non tossici e non infiammabili; cloro e fluoro erano gli elementi chimici che garantivano tali requisiti. I Gas Refrigeranti di 1a Generazione - CFC (CloroFluoroCarburi) - erano quindi costituiti in massima parte da questi due elementi.
Negli anni ‘80 però i due scienziati americani Rowland e Molina illustrarono una nuova teoria, in accordo alla quale il cloro contenuto nei CFC agisce come elemento distruttivo dello strato di ozono atmosferico. L’industria del freddo si trovò fortemente coinvolta di fronte a queste problematiche; le esigenze ambientali richiedevano l’eliminazione del cloro, che fino ad allora aveva costituito il punto di forza per ottenere determinati requisiti dei fluidi.
Nel 1987 il Protocollo di Montreal stabilì la progressiva riduzione nel tempo dei CFC, fino alla completa sospensione della loro produzione da compiersi entro l’anno 2000.
Nel frattempo, andarono via via affermandosi i gas refrigeranti HCFC di 2a generazione, come R22 e R 502. Gli HCFC sono CFC in cui le molecole di cloro vengono parzialmente sostituite con idrogeno, così da rendere le molecole stesse maggiormente instabili, una volta immesse in atmosfera; ne consegue che queste tendono a decomporsi più rapidamente riducendone l’effetto ozonolesivo.
Negli HCFC la sostituzione del cloro con idrogeno è soltanto parziale; pertanto, l’applicazione dei Regolamenti Europei 549/91 e 3952/92 sancì la sospensione anticipata della produzione di CFC e le varie fasi di messa al bando degli HCFC; nascono così gli HFC di 3a generazione, fluidi refrigeranti nei quali le molecole di cloro vengono interamente sostituite da idrogeno. Nel 1998, in occasione della Conferenza Mondiale di Kyoto sui cambiamenti climatici, fu stabilito di includere anche i refrigeranti HFC fra le sostanze da bandire in quanto, anche se queste non hanno effetti sullo strato di ozono, contribuiscono comunque alla formazione dell’effetto serra.
Il 5/5/2000 viene approvato il nuovo Regolamento Europeo 2037/2000 il quale, con le successive modifiche introdotte dal Regolamento Europeo CE 1005/2009, disciplina ulteriormente il programma di dismissione degli HCFC e degli HFC.
Nel 2001 il Ministero dell’Ambiente emana il decreto D.M. Ambiente – 3/10/2001, in cui si stabilisce la necessità di provvedere a disciplinare il recupero e la distruzione dei clorofluorocarburi utilizzati negli impianti esistenti. Inoltre nel 2006 l’Unione europea emana il Regolamento 842 F-GAS, che impone il controllo periodico degli impianti per limitarne il rischio di fughe e stabilisce il limite per il phase-out di HFC con valore di GWP > 150 nel condizionamento auto.